domenica 22 gennaio 2017

Il Fiore


Un verde mattino,
a preparare vita,
appare nel giardino.

Potenza ormai sparita,
rimossa per oracolo,
in atto è affermata.

Manifesto in sé Figliolo,
che succhia alla radice;
comparso è il bocciolo.

Per opera Nutrice,
distendersi di sepali,
forma prende il calice.

Con sembianze d'ali,
ogni specie con suo conto,
è lo spiegar di petali.

Tralascia ogni confronto
e fissa la sua volta;
ormai tutto é pronto.

La vista non è molta
per dipingere i colori
e la mente n'è sconvolta.

Infinito miscuglio di tenui odori,
per spazio reso a dimorare,
a caso offrendo incerti onori.

Avvenente suo scaldare;
il pistillo poligamico
è teso a palpitare.


L'ovario nido ermetico,
dagli ovuli ferventi,
guarda gli stili ilarico.


Gli stami sono attenti;
ed in polline le antère
son saldi ai filamenti.

Lo stigma, suo tenere
fede alta alla missione,
attende con sapienza estraneo avere.

E' notte. Gaia la vegetazione:
con cembali, rombi, flauti e tamburini;
di Attis e Cibele è commemorazione.

Torce e fuochi serafini
accesi per la Dea montana,
il suo pàredro, i suoi fini.

Mobilità lontana
conduce con costanza
fecondazione arcana.

Il tardo lento avanza
seguendo la sua onda,
magante, morbida danza.

La tinta non più profonda;
profumo ormai esalato
nell'aria assai gioconda.

Tutto, quasi, in lui è passato;
e senza malinconia
accetta il vizzo stato

Risolta l'agonia:
oscura e quieta luce,
e tutto in armonia.

Gli uccelli al canto induce
la dolce e fresca sera;
e in sogno si riduce.

Un albatro di cera
dall'aria si posa
sull'acqua cava e nera.


La corolla ariosa,
nei giorni di brio,
ora si riposa.

Dicono addio
le unghia dei lembi
al talamo pio.

Non guarda ai limbi
e tranquillo sfiorisce
aspettando che cambi.

L 'intento reagisce,
in uno squasso violento
il pensiero finisce.

Salto agile e lento,
raggiunto come polvere
trasportata dal vento.

Fermentazione celere,
tutt'intorno un agro
puzzo di cadavere.

Anche se magro
è pasto della terra,
ancora resta sagro.

Intanto l'alba erra:
tutto sembra finito
e niente aberra.

Ed ora l'ambito:
il seme bottino,
nella zolla è sparito.

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